Vorrei tornare nella mia amata Sicilia oltre che per evitare il divorzio da mia moglie per permettere a mia figlia di crescere con la sua gente e assieme ai suoi cuginetti. Avevo promesso a mia moglie, quando ho firmato il contratto a Roma, che saremmo tornati in Sicilia dopo un paio d'anni ma ne sono già passati tre e nienti si muove ancora. Da aggiungere che ho lavorato in poste italiane la prima volta con contratto a tempo nel lontano 1992 e solo con l'avvocato prima e poi la conciliazione sono riuscito ad ottenere quello che aspettavo da 16 anni: l'assunzione. Adesso aspetto di poter lavorare nella mia terra e poter spendere il mio stipendio nei negozi dei miei conterranei senza più contribuire all'arricchimento del Nord-Est dova in certi casi non siamo neanche ben visti a parte quando ogni primo del mese paghiamo 550,00 euro per l'affitto di un bilocale. Dove sono i sindacati? Chi ci tutela? Devo nuovamente dare mandato ad un avvocato per sciogliere questa matassa o i sindacalisti . siciliani senza distinzione di colore e appartenenza lotteranno perché la nostra forza lavorativa venga sfruttata per contribuire (anche nel piccolo) all'economia della nostra Regione? Da un amareggiato che dopo 20 anni continua la sua gavetta. A che pro? Grazie per lo sfogo e cercate di smuovere qualcosa.
Anonimo
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