I sit-in sono stati fatti. A Palermo, in Filiale e in Sede, hanno visto una partecipazione risicata, certamente non esaltante, per coloro che vantano la maggioranza degli iscritti e che, sicuramente, a parte qualsiasi considerazione propagandistica peraltro comprensibilissima, erano convinti di riuscire a fare molto molto meglio.
Ma, comunque, è stata una manifestazione di dissenso nei confronti dell'azienda che in tanti aspetti ( vedi le problematiche SDP da risolvere urgentemente, oppure il rispetto delle regole e ancora le insopportabili pressioni aziendali sugli Uffici Postali, nonchè la clientelare gestione delle risorse umane nelle Filiali e quant'altro) condividiamo, ma non potevamo sottacere la strumentalizzazione che di tutto ciò che è stato fatto e continua a farsi per portare avanti idee conservative di gestione del potere che non fanno il bene dei lavoratori e della nostra azienda.
Non sappiamo quali saranno le prossime mosse conseguenti alle manifestazioni di piazza ma di una cosa siamo certi: la divisione e la spaccatura del Sindacato non fa bene agli interessi dei lavoratori.
Auspichiamo pertanto che le Segreterie Generali facciano tutte un passo indietro ricercando e trovando le condizioni per un minimo percorso comune, per essere un unico corpo contrapposto alla forza aziendale e per iniziare un percorso di contrattazione che dia risposte concrete ai reali bisogni delle persone che rappresentiamo:un nuovo accordo sulla struttura del Premio di Risultato 2011/2013, la disdetta promessa dall'azienda sui permessi sindacali, le difficoltà operative persistenti della piattaforma SDP, la confusione logistica e organizzativa di SP, la carenza piuttosto che la disorganizzazione gestionale degli uffici postali, nonchè la trattativa sul Contratto di Settore e il rinnovo degli organismi del Cral e delle RSU sono temi troppo importanti che non possono essere accantonati verso una disputa ideologica che contrasta con la storia democratica del sindacalismo italiano.
I tempi sono difficili, la crisi economica è presente e reale e Poste Italiane non può considerarsi fuori da ogni pericolo ed esente da rischi e pericoli. Bisogna riaggregarsi e trovare nuova coesione sociale che possa trovare soluzioni congiunte per evitare problemi diversi e ben più gravi dal Premio di Risultato.
Non è paura la nostra ma saggezza e comprensione del momento di difficoltà globale della nostra economia.
Superiamo tutti assieme i rischi che il nostro Paese sta affrontando e dopo potremo, forse, ritornare a giocare alla guerra.