domenica 16 gennaio 2011

MIRAFIORI: Salvato il lavoro ma a quale prezzo?

Il referendum votato ieri a Mirafiori a detto si all'accordo del 23 Dicembre.
Un Si  ancora più sofferto e risicato rispetto alle previsioni, a dispetto dell'enorme posta messa in palio dall'Amm.ne Delegato della Fiat, Marchionne: il lavoro, che non può lasciare indifferenti.
Vogliamo pertanto fornire una finestra di pensiero aperta a tutti coloro che vorranno dare il loro parere in merito.
Non daremo alcun giudizio e ci limiteremo a registrare il parere dei lavoratori postali su questo tema così importante e per certi aspetti controverso.
Vi aspettiamo numerosi  e state sicuri che tutto sarà pubblicato senza censure, qualunque sia il vostro parere.
E' sufficiente scrivere il proprio pensiero sul riquadro  Posta Commento, nel menù a tendina selezionare nome, o anche anonimo e cliccare sul bottone "posta commento" per inviare.
Grazie a tutti.

2 commenti:

  1. Il 46,7% dei votanti pur di fronte ad un evidente ricatto non hanno esitato a dire no ed è questo l'aspetto che più colpisce e fa riflettere.
    A prescindere dalle posizioni politiche c'è molto da pensare:
    1) Divieto di sciopero
    2) Divieto di malattia, il giorno dopo le festività è vietato stare male a prescindere.
    3) Diminuzione degli intervalli di lavoro
    4) Chi non dice Si sta fuori dalla rappresentanza
    5) Eliminazione delle RSU, i rappresentanti eletti dai lavoratori
    In cambio:
    1) Ipotesi di nuovi investimenti imponenti sulla carta ma senza un piano strategico d'impresa attualmente non dichiarato.
    2) 1 nuovo anno di Cassa Integrazione a partire dal 14 Febbraio 2011
    3) 3600 € (lordi) annuo di incremento salariale a fronte di 120 ore di lavoro straordinario obbligatorio
    4) 30 € (lordi) al mese in cambio del taglio degli intervalli
    Chi vi scrive ha lavorato in fabbrica e proprio nella catena di montaggio e sa di cosa si sta parlando.
    Sono condizioni lavorative che riportano indietro di 100 anni i lavoratori. Altro che modernismo qui parliamo di piena restaurazione precoloniale. In nome della globalizzazione si sta aprendo un fronte estremamente pericoloso su cui bisogna vigilare con la massima attenzione a tutti i livelli. Non si tratta di essere a favore o contro qualcuno ma di pensare al futuro, un futuro migliore per le prossime generazioni.
    Se passa questo principio, il principio del profitto innanzi tutto e sopra tutto, avremo buttato alle ortiche tutto il sacrificio di intere generazioni e di ere non solo di lavoratori, ma di politici, di filosofi, di letterati, di scienziati e di studiosi illuminati che nel corso dei secoli hanno portato all'uomo la cognizione di essere umano.

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  2. 46,7%
    Grazie!
    Grazie a tutti quei lavoratori che hanno detto NO;
    Grazie per non aver pensato solo a se stessi, non deve essere stata una decisione facile.
    Certamente è stato un gesto Forte, adesso tocca a tutti noi dimostrare che abbiamo capito, che il messaggio è arrivato, che non possiamo gettare via tutto quello che abbiamo.
    Sicuramente l'organizzazione del lavoro deve cambiare, ma le modifiche che subisce la base( i lavoratori, la struttura portante)non possono non avere delle ripercussioni sulla struttura del vertice(cosa che sembra non venir presa in considerazione).Forse è il caso di intervenire anche con un pò di irresponsabilità ed incominciare a dire NO anche noi...prima che sia troppo tardi.

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